Da sempre siamo convinti che la qualità di un vino si crei in vigna.

Inerbimento spontaneo nei vigneti per contrastare la vigoria delle viti, potature mirate per una bassa produzione per pianta (mai oltre 90 quintali/ettaro) , sesti d’impianto fitti con 5000 viti/ettaro, prevalenza di uve autoctone, utilizzo di prodotti anticrittogamici a basso impatto ambientale, defogliatura, selezione delle uve e vendemmia manuali..

 

Questi sono alcuni dei principi che applichiamo in vigna e che ci permettono di ottenere uve sane e ricche. Base indispensabile per ottenere dei vini intensi, complessi, pure espressioni del nostro splendido terroir Gardesano e delle sue colline moreniche.

 

Ora siamo in fase di conversione biologica, dopo più di 10 anni di coltivazione in regime a basso impatto ambientale. Rispettare il suolo e le viti, per noi dell’azienda agricola La Torre, significa rispettare noi stessi e l’ecosistema di cui facciamo parte.

Qui alla La Torre c’è un solo obbiettivo di cantina: far esprimere al meglio le caratteristiche varietali delle nostre uve.

Agli affinamenti ci si pensa dopo.

 

Tutti i vigneti sono attorno alla cantina: le uve, subito dopo essere state selezionate e raccolte manualmente, vengono pigiate nel giro di 1 ora, senza subire alcuna alterazione. Effettuiamo pressature soffici, i mosti fermentano

a temperature controllate, le chiarifiche dei mosti avvengono tramite flottazione di azoto. I vini, prima di essere imbottigliati, fanno sempre un passaggio, più o meno prolungato, in cemento. Hanno così il tempo di riposare dopo i processi fermentativi, equilibrarsi ed essere pronti per il successivo imbottigliamento. Un punto di incontro tra tradizione ed innovazione.

 

Due vini della nostra produzione fanno affinamento in barrique sempre e solo di secondo, terzo e quarto passaggio, senza andare così a rovinare dei delicati equilibri faticosamente ottenuti nel tempo.

Scopri i nostri vini: Riviera del Garda Classico D.O.C e Valtènesi D.O.C

IL TERRITORIO: Riviera del Garda Classico D.O.C e Valtènesi D.O.C

I nostri vini appartengono alla D.O.C Riviera del Garda Classico, ovvero la zona del Garda che da più secoli è dedicata alla coltivazione della vite. Ne è una dimostrazione della sua storicità l’insediamento dei Romani già nei primi secoli dopo Cristo, i quali intuirono il potenziale microclimatico del lago di Garda, incominciando a coltivare viti, limoni, ulivi e capperi: tradizione

che si protrae per oltre due millenni, allora come oggi. 

 

 

Il cuore della Riviera del Garda Classico è, indubbiamente, la Valtènesi, piccola sottozona formata da pochi comuni con territorio esclusivamente collinare di origine morenica, dalla quale è recentemente nata l’omonima D.O.C. Valtènesi.

Seppur giovane, è una denominazione alla quale noi viticoltori del consorzio Valtènesi crediamo molto: rappresenta l’apice qualitativo della Garda Classico, andando ad enfatizzare il ruolo centrale dell’uva autoctona per eccellenza del Garda bresciano, il Groppello (di Mocasina e Gentile), con dei disciplinari più rigidi in termini di percentuali minime di utilizzo di quest’uva (nei vini Chiaretto e Groppello) e di produzioni massime per ettaro.

Per comprende al meglio le numerose peculiarità e  potenzialità del terroir del nostro splendido lago di Garda, è necessaria una breve introduzione sulla sua origine.

La formazione del lago di Garda e delle colline moreniche.

Il lago di Garda è un lago di origine glaciale, frutto di una serie di eventi concatenati tra loro.La fossa tettonica che contiene il bacino del lago e le montagne che lo circondano, sono databili al periodo dell’Eocene, circa 3/5 milioni di anni fa.

In quell’era di modellamento della crosta terrestre, oltre che a generare il profondo letto del nostro lago, ha, allo stesso tempo, determinato l’innalzamento della sua cornice montuosa (monte Pizzocolo, monte Manerba, monte Baldo.)

Nelle valli, formate dagli sconvolgimenti tettonici, scorrevano insieme, le acque del Sarca, del Chiese e dell’Adige, fiumi che iniziavano la loro caratteristica opera di erosione e modellamento delle rocce.

Nel Pliocene (5 milioni di anni fa circa) l’area del Garda, come la pianura Padana, furono coperte dal mare, che a causa del riformarsi del collegamento tra Oceano Atlantico e Mediterraneo, invase queste profonde valli depositandovi i sedimenti argillosi, da cui il massiccio ritrovamento di numerosi esemplari di fauna fossile marina. In seguito un nuovo fenomeno interessò la zona a sud dell’arco alpino: Il ghiaccio occupò tutte le valli

dove, ancora oggi, si trovano i laghi prealpini italiani.

Durante questo periodo, a causa delle bassissime temperature, le acque marine si ritirarono, venendo assorbite sotto forma di ghiaccio e di precipitazioni atmosferiche, lasciando miniere di salgemma. Si susseguirono ben quattro glaciazioni che modellarono l’attuale bacino benacense, prima trattenendo e poi rilasciando un gran quantitativo di detriti che andarono accumularsi formando quello che oggi è l’anfiteatro morenico

che nasce appunto ai piedi del Garda. L’azione erosiva e di escavazione dei ghiacciai è stata quindi una tappa fondamentale per la formazione e la nascita del nostro lago.

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